PANNELLO N° 11
Rastrellamenti e stragi
Fivizzano, Mommio – 4/5 maggio 1944
Rastrellamento nell’alto fivizzanese per la presenza di bande partigiane che agivano soprattutto con azioni lungo la strada statale. L’operazione fu imponente impiegando circa 2000 uomini; insieme a militari della GNR, dell’Antisom, della GNR della X MAS e della guardia di finanza intervengono tre compagnie della 135.a brigata di fortezza tedesca e il Battaglione della Divisione Hermann Goring. I rastrellatori divisi in due colonne raggiungono la zona da sud, mentre un terzo gruppo scendendo dal Cerreto arrivava a Sassalbo e a Mommio. La maggior parte dei partigiani erano in salvo e mentre Sassalbo non è oggetto di rappresaglia a Mommio vengono uccisi 19 civili e 3 partigiani. In paese infatti durante la perquisizione erano state trovate le armi che nei giorni precedenti erano arrivate con un lancio alleato. 170 uomini vengono fatti prigionieri, radunati nel campo di smistamento di Marinella e poi molti mandati ai lavori forzati.
Forno – 13 giugno 1944
Tre giorni dopo che i partigiani della formazione “Mulargia”, forse pensando ad un imminente sbarco alleato, sono scesi dalle montagne e hanno occupato il paese di Forno insediando il loro comando nella Caserma dei Carabinieri, dalla Spezia si muovono un battaglione della 135.ma brigata da fortezza, un reparto di marina tedesco e una compagnia della X MAS che circondano di notte il paese dove entrano all’alba. I partigiani tentano una resistenza, ma in breve sono costretti a ritirarsi. I tedeschi saccheggiano le case e fanno sgombrare la popolazione. Uomini, donne e bambini vengono incolonnati lungo la strada dove rimarranno tutto il giorno; gli uomini più giovani sono condotti in caserma, di essi cinquanta vengono fatti prigionieri e deportati in Germania, mentre sessanta sono trasferiti presso la chiesetta di S. Anna e fucilati. Nella giornata si conteranno 68 vittime: 56 fucilate (4 si salvano miracolosamente) e 12 negli scontri e nel rastrellamento, tra cui una donna e un bambino e il comandante partigiano Tito, poi insignito di Medaglia d’Oro al V. M. Tra i fucilati anche il maresciallo dei carabinieri Ciro Siciliano, accusato di aver sostenuto i partigiani, (insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile). Alcune case sono distrutte dal fuoco.
Filattiera, Ponticello – 3 luglio 1944
Nel vasto rastrellamento che coinvolge gran parte della Lunigiana, cinque civili vengono prelevati dalle abitazioni nelle colline di Filattiera nei pressi di Dobbiana. Si tratta di contadini e artigiani: Vincenzo e Giovanni Sardella, Francesco ed Enrico Angella e Leopoldo Mori. Sono scortati a valle fino al piccolo borgo di Ponticello e imprigionati in una stalla; il mattino successivo sono fucilati uno dopo l’altro nel piazzale della chiesa, davanti alla popolazione obbligata ad assistere all’esecuzione. I corpi vengono appesi agli alberi e lasciati esposti a lungo prima che possa essere loro data una sepoltura provvisoria in una fossa comune.
Intanto, al termine dell’esecuzione, mentre le donne e i bambini vengono rimandati a casa gli uomini sono radunati in un’aia vicina sotto la minaccia delle armi. Alcuni di loro saranno inviati nei campi di lavoro in Germania.
Un anno dopo, a Liberazione avvenuta, si svolgono i funerali solenni. Il 4 giugno 1945 i resti composti nelle bare sono trasportati con un corteo lungo cinque chilometri nella chiesa della SS. Annunziata, alle porte di Pontremoli, luogo d’origine delle vittime.
Aulla, Canova – 24 luglio 1944
I partigiani del gruppo di Contri che stavano tentando il sabotaggio del ponte di Serricciolo s’imbattono in un reparto motorizzato tedesco. Nello scontro muore un partigiano, Lino Parodi, il cui nome verrà poi dato alla formazione e rimangono uccisi anche alcuni tedeschi. Per rappresaglia i tedeschi bruciano il paese di Canova e fucilano sul posto 8 civili, mentre uno riesce a fuggire.
Fosdinovo, Marciaso – 3 agosto 1944
Dopo uno scontro fortuito tra genieri tedeschi e partigiani della formazione Ulivi che li costringono alla fuga incendiando i loro mezzi, le SS prendono come ostaggio 20 abitanti fino a che i soldati tedeschi non vengono trovati vivi. Il giorno successivo il paese viene minato e bruciato e vi muoiono 6 anziani che non sono riusciti a mettersi in salvo.