PANNELLO N° 23
Decorati con Medaglia d’Oro al Valor Militare
Provincia di Massa Carrara (Apuania)
Prima tra le province italiane ad essere decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare. L’onorificenza è stata assegnata il 14 giugno 1947 quando ancora aveva la denominazione di “Apuania”, con questa motivazione:
“Ardente focolare di vivido fuoco, all’inizio dell’oppressione nazi-fascista sprigionò la scintilla che infiammò i suoi figli alla Resistenza. Vinse la fame con il leggendario sacrificio delle sue donne e dei suoi ragazzi sanguinanti sugli impervi sentieri; subì dovunque stragi, devastazioni e rappresaglie atroci; si abbarbicò alle natie montagne facendo del gruppo delle Apuane la cittadella inespugnata della libertà. In epici combattimenti irrise per nove mesi al nemico e lo vinse; santificò il suo dolore ed il sangue dei suoi caduti, offrendoli come olocausto alla difesa della propria terra ed alla redenzione della Patria.”
Werther CACCIATORI
Carrara 14.03.1912 – Carrara 12.02.1990
Ufficiale e partigiano
Di famiglia proveniente dalla Versilia, Werther Cacciatori, diplomato all’Istituto “Zaccagna”, frequentò il corso AUC presso la Scuola di Applicazione di Artiglieria di Nola, diventando sottotenente. Nel maggio 1943 fu trasferito a Lero (nell’Egeo) al comando di una postazione contraerea e da lì, il 16 settembre, contrastò l’attacco dei Tedeschi per la conquista dell’isola: fu ferito gravemente al capo e agli arti, ma riuscì a mantenere il caposaldo fino all’esaurimento delle munizioni, poi, con un braccio amputato, fu rimpatriato, ricoverato e collocato in congedo assoluto, iscritto nel Ruolo d’Onore, riconosciuto eroe della Guerra di Liberazione e decorato con medaglia d’oro.
Giuseppe CASINI “Pino”
Chiavari (GE) 01.05.1920 – Fosdinovo 03.01.1945
Comandante partigiano
Al momento dell’armistizio si trova a Mentone, sergente della Guardia alla Frontiera; raggiunge la Garfagnana dove gli viene affidato prima il comando di una piccola formazione, poi di una brigata della Divisione “Lunense”. Nella zona a sud di Fosdinovo le Brigate nere gli tendono un’imboscata mentre, con la sua pattuglia, ritorna da un’azione; sostiene un lungo conflitto a fuoco con il nemico per consentire ai compagni di mettersi in salvo. Colpito alla gola mentre per ultimo cerca di ritirarsi, viene finito a bruciapelo.
Giotto CIARDI
Lari (PI) 25.11.1921 – Livorno 27.11.1995
Ufficiale dei Carabinieri
Carabiniere, dopo l’armistizio partecipa alla lotta di liberazione in Jugoslavia; perde il braccio destro in combattimento e viene rimpatriato e ricoverato a Taranto. Dopo quattro mesi attraversa le linee tedesche per unirsi alla Resistenza in Toscana, militando sino alla Liberazione nella III Brigata Garibaldi. Il 14 aprile 1945 ad Avenza penetra da solo in una postazione di mitragliatrice ed, eliminati i difensori, rivolge l’arma contro il nemico combattendo a lungo prima di cercare di rientrare nelle linee. Ferito e catturato viene liberato dopo due giorni dai compagni. Grande invalido, è stato tra i fondatori, con Ferruccio Parri e Aldo Aniasi, della Federazione Italiana Associazioni Partigiane.
Bruno CONTI
Carrara 09.03.1911 – Corsica 12.09.1943
Capitano, comandante di batteria in Corsica
Comandante di batteria del II Gruppo del 35° Reggimento di artiglieria da campagna della Divisione “Friuli”, di stanza in Corsica, era al comando, a Casamozza, di una batteria che fu improvvisamente attaccata dai tedeschi. Bruno Conti resistette sino alla morte, come ricorda la motivazione della Medaglia al valore: “attaccato di sorpresa dai tedeschi fino allora alleati, veniva mortalmente ferito in combattimento […] per tre ore continuava […] ad impartire ordini e ad incitare i propri artiglieri per la resistenza e per la lotta ravvicinata contro il nemico giunto a contatto dei pezzi […]”.
Padre Gabriele Maria COSTA
Massalombarda (RA) 09.03.1898 – Forno 10.09.1944
Sacerdote
Alla Certosa di Firenze conosce il giovane Giorgio La Pira, di cui è confessore. Nel 1938 entra nella Certosa lucchese di Farneta, che dopo l’8 settembre ospita giovani dei dintorni, contadini, operai, profughi e ricercati, ma anche una ricetrasmittente clandestina. Le SS, che avevano sede lì vicino, la notte tra l’1 e il 2 settembre 1944 vi fanno irruzione. Padre Costa è interrogato, torturato e condannato a morte. Il 10 settembre, con il confratello don Pio Egger e il medico Guglielmo Lippi Francesconi, è caricato su una camionetta che si inerpica sulla strada per Ponte di Forno; ai piedi di una rupe vengono uccisi con una raffica di mitra.
Marcello GAROSI “Tito”
Firenze 27.03.1919 – Forno di Massa 13.06.1944
Ufficiale, Comandante partigiano
Sottotenente dei Bersaglieri dopo l’8 settembre entrò in contatto con il CLN di Viareggio, partecipando col nome di battaglia di “Tito” all’attività clandestina. Nel maggio 1944 fu nominato comandante della formazione “Luigi Mulargia” che operò soprattutto sui monti di Massa. Cadde a Forno il 13 giugno 1944, nell’attacco sferrato dai nazifascisti per riprendere il controllo del paese, occupato quattro giorni prima. Ebbe modo di mostrare indubbie doti di comandante, come coraggio, senso di responsabilità ed equilibrio, che suscitarono ammirazione in quanti ebbero modo di condividere con lui questo intenso periodo di lotta partigiana.
Loris GIORGI
Carrara 03.02.1924 – Codena 30.11.1944
Partigiano combattente
Subito dopo l’armistizio, il giovane operaio lascia il lavoro e raggiunge le formazioni partigiane che si stavano costituendo sui monti di Carrara. Si fa notare per l’audacia e le capacità organizzative e gli viene affidato il compito di ispettore della “Ulivi”. Per oltre un anno contrasta, con i suoi compagni, le attività degli occupanti, ma il 30 novembre 1944, nel corso di un combattimento sulle alture di Codena il suo gruppo viene accerchiato; cerca di aprire un varco e, nonostante ferito, combatte fino all’ultimo anche a distanza avvicinata. Colpito alla testa riesce a lanciare le ultime bombe a mano facendo sì che i compagni possano uscire vittoriosi dallo scontro.
Luigi GIORGI “Nino”
Carrara 07.09.1913 – Cavarzere (Ve) il 07.05.1945
Medaglia d’Oro al Valor Militare sul campo (1945) – Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria (1945)
È l’unico di tutta la Guerra di Liberazione cui sia stata conferita per due volte la massima decorazione al valore. Ufficiale, richiamato alle armi nel 1940 è impegnato nell’Italia meridionale. Dopo l’8 settembre 1943 la sua divisione è trasformata in Gruppo di combattimento a fianco degli Alleati. Risalita la penisola alla testa di una Compagnia, il 2 e 3 marzo 1945 attacca un presidio facendo 19 prigionieri e riuscendo a salvare due compagni rimasti allo scoperto guadagnandosi la prima Medaglia d’Oro. Negli ultimi giorni di guerra, il 26 aprile viene gravemente ferito e muore dieci giorni dopo nel 66° ospedale da campo inglese. Alla sua memoria viene quindi concessa la seconda Medaglia d’Oro, oltre alla “Stella d’Argento” americana “per eccezionali atti di valore”.
Vincenzo GIUDICE
Eboli (SA) 24.03.1891 – Bergiola F.na 16.09.1944
Maresciallo Guardia di Finanza
Dopo il servizio nella Guardia di Finanza e aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, viene richiamato e impiegato in compiti di difesa costiera in Toscana. All’armistizio comanda il presidio di Bergiola Foscalina, dove era sfollata anche la sua famiglia. Il 15 settembre 1944, avvisato che un reparto di SS sta per trucidare un gruppo di abitanti del luogo, si presenta al comandante tedesco offrendo la propria vita in cambio della salvezza degli ostaggi tra i quali erano la moglie e i figli. Di fronte all’obiezione di essere un militare si libera della giubba e viene ucciso con altri settanta civili rastrellati.
Enzio MALATESTA
Carrara 22.10.1914 – Roma 02.021944
Partigiano combattente
Laureato in lettere, insegna al Liceo Parini di Milano e dirige la rivista “Cinema e Teatro”. Nel 1940 è redattore del quotidiano romano Il Giornale d’Italia. Dopo l’8 settembre 1943 prende contatto con altri compagni per organizzare la Resistenza ed istituire collegamenti con le Bande esterne che operano nel Lazio e delle quali diventa attivo animatore con la qualifica di tenente colonnello. Arrestato dalle SS con l’accusa di essere capo di formazioni armate, si assume tutta la responsabilità, scagionando i compagni. Condannato a morte, viene fucilato a Forte Bravetta il 2 febbraio 1944.
Andrea MARCHINI
Massa 12.10.1921 – Passo del Pitone 15.12.1944
Carabiniere, Caposquadra partigiano
Combatte in Russia e viene rimpatriato nel febbraio 1943 con gli arti congelati. Ancora convalescente, riceve l’ordine di arruolarsi nella Repubblica Sociale. Il giovane carabiniere si unisce ai partigiani e combatte svolgendo missioni in entrambi i lati del fronte a cavallo della Linea Gotica. A dicembre, mentre è a Firenze, viene incaricato di infiltrarsi di nuovo nelle linee nemiche al comando di una squadra di partigiani. Il gruppo è già sulla strada del ritorno quando, sul Passo del Pitone, è intercettato da un reparto tedesco. In inferiorità numerica e intralciato nei movimenti da un campo minato, con i suoi uomini Andrea s’impegna in un conflitto a fuoco per due ore, prima di finire su una mina; gravemente ferito dall’esplosione continua a sparare con il suo mitra per coprire i compagni, finché non cade colpito a morte.
Gino MENCONI “Musodoro”, “Renzi”
Avenza 13.05.1899 – Bosco di Corniglio (PR) 17.10.1944
Comandante partigiano
Nel 1926 aderisce al Partito Comunista per continuare la lotta contro il fascismo, destinato al lavoro d’organizzazione. Arrestato più volte e condannato a molti anni di carcere e di confino a Ponza e Ventotene, viene liberato solo alla caduta del Fascismo. L’armistizio dell’8 settembre lo coglie a Firenze dove organizza subito la lotta armata contro i nazifascisti prima di passare nel Parmense dove, nell’agosto 1944, viene messo a capo della “piazza” di Parma con il nome di “Renzi”. Il 14 ottobre è a Bosco di Corniglio per una riunione di comandanti partigiani, ma il 17 il comando è attaccato da un reparto di SS e Menconi non riesce a mettersi in salvo: si difende sparando poi, già gravemente ferito, è catturato e legato ad una branda; irrorato di benzina è fatto morire tra le fiamme.
Fermo OGNIBENE “Alberto”
Campogalliano (MO) 11.03.1918 – Succisa 15.03.1944
Comandante partigiano
Operaio a Modena, militare sul fronte occidentale, dopo l’Armistizio prende contatto con il PCI clandestino di Parma e raggiunge la montagna parmense tra Bardi e Borgotaro, al confine con il Pontremolese e lo Zerasco, dove organizza un primo folto gruppo di partigiani poi intitolato alla memoria di Guido Picelli. Ne è il primo comandante prima di sacrificarsi per salvare la formazione; cade infatti a Succisa, a nord di Pontremoli il 15 marzo 1944 insieme al sardo Isidoro Frigau e al lunigianese Remo Moscatelli (entrambi poi decorati di medaglia d’argento), in uno scontro con i fascisti del battaglione “Lupo” della X MAS.
Mario PAOLINI
Massa 12.09.1920 – Canevara 15.09.1944
Sergente, partigiano combattente
Combatte prima sul Fronte occidentale e poi in Russia; rimpatriato nel marzo 1943, dopo l’Armistizio torna a Massa e si impegna nell’organizzazione dei primi gruppi di partigiani e diventa comandante di distaccamento della 48ª compagnia “Campiglia”. Il 15 settembre 1944 si offre per un rischioso attacco contro un reparto tedesco che aveva dato alle fiamme il paese di Canevara; alla testa dei suoi partigiani attacca un forte nucleo nemico, ma mentre sta per raggiungere la posizione muore colpito alla testa.
Arnaldo PEGOLLO “Naldo”
Massa 08.04.1919 – Massa 10.04.1945
Aviere, Comandante partigiano
Arruolato nell’Aeronautica nel 1940, Arnaldo Pegollo viene inviato in Sicilia e prende parte alle operazioni belliche nel Mediterraneo. Trasferito all’aeroporto di Pisa, all’annuncio dell’armistizio raggiunge la Lunigiana dove entra in una formazione partigiana. Col nome di battaglia di “Naldo” si guadagna la responsabilità di comandante di squadra e poi, via via, di distaccamento e di brigata. Viene ucciso nel giorno della Liberazione della sua città, Massa, colpito a morte in piazza Aranci nel corso dei cannoneggiamenti tedeschi contro i partigiani e gli alleati che stavano avanzando.
Pietro POLESI “Giacosa”
Pontremoli (Guinadi) 02.06.1926 – Pontremoli (Casa Corvi) 08.04.1945
Partigiano combattente
L’8 aprile 1945 una forte pattuglia partigiana comandata da Luigi Cabrelli e da Luigi Pedrini attacca il grosso presidio tedesco di Casa Corvi poco a nord di Pontremoli, scatenando una lotta violentissima attorno ed all’interno dell’antica fornace. Nell’aspro scontro, che risulterà vittorioso per gli attaccanti con gravi perdite tra i nemici, il giovane partigiano Pietro Polesi è ferito gravemente; trasportato alla Cervara, muore poche ore dopo, assistito dal Vescovo di Pontremoli, mons. Giovanni Sismondo, accorso a dare conforto.
Aldo SALVETTI
Massa (Mirteto) 27.11.1923 – Massa (Castagnola) 19.09.1944
Partigiano combattente
Giovane carpentiere, dopo l’8 settembre 1943 si unisce ai partigiani della Lunigiana. Entrato a far parte della formazione “Aldo Cartolari”, della Brigata d’assalto Garibaldi, si distingue subito per il coraggio. Un anno dopo, il 19 settembre in un attacco al presidio tedesco di Castagnola è ferito, fatto prigioniero, torturato, trascinato dai nazisti per le strade del paese e crocefisso ancora vivo contro un portone.
Antonino SILIGATO “Nino”
Limina (ME) 30.12.1920 – Codolo di Zeri 20.01.1945
Partigiano combattente
Arruolato nella Marina Militare, dopo l’ 8 settembre 1943 entra nella X MAS repubblichina, ma diserta dopo quattro mesi raggiungendo i partigiani in Val di Taro dove riceve il comando della Compagnia esploratori della brigata “Cento Croci”. Come testimonia il sacerdote Luigi Canessa, “Nino” trascinò i suoi uomini in epiche gesta sino al 20 gennaio 1945. Quel giorno, reduce da una rischiosa ma vittoriosa azione contro le truppe tedesche condotta in collaborazione con paracadutisti alleati, si precipita in soccorso di un gruppo di compagni caduti in un’imboscata a Codolo ma è falciato da una raffica di mitra. Da quel giorno la “Cento Croci” prende il nome di “Nino”.
Leonardo Umile
Scemi (CH) 01.06.1919 – Bigliolo di Aulla 07.04.1945
Partigiano combattente
Nel 1937 si arruola volontario, ma già nel 1938 viene giudicato inabile al servizio militare e riformato nel 1941. Dopo l’armistizio decide di partecipare alla lotta contro i nazisti e nel 1944 entra nel Corpo Volontari della Libertà. È Commissario di distaccamento della IV Brigata Garibaldi in Lunigiana. Il 7 aprile 1945 i nazisti attaccano il presidio partigiano di Bastia nel comune di Licciana Nardi. I Partigiani della vicina Cisigliana, accorrono in aiuto dei compagni e Leonardo è tra loro. Ma la lotta è impari: Leonardo rimane alla mitragliatrice fino all’ultimo per coprire il ripiegamento. Ferito al viso, viene catturato e torturato. Viene ucciso a Bigliolo.
Roberto VATTERONI
Carrara 01.041926 – Roma 06.04.2008
Partigiano. Segretario Nazionale dell’ANPI fino al 2006
Giovanissimo, poco dopo l’8 settembre 1943 si unisce alla Resistenza. Il 17 agosto 1944, quando i partigiani della “Ulivi” si scontrano a Bardine di San Terenzo con i tedeschi viene gravemente ferito. Il suo comportamento – sia quel giorno sia durante tutta la Guerra di liberazione – gli è valso la massima ricompensa al valor militare. La formazione si trasforma poi in Brigata “Gino Menconi” e Vatteroni, nonostante la mutilazione, partecipa a tutte le azioni contro i nazifascisti e benché giovanissimo, si vede affidare anche l’incarico di Ispettore di Divisione.
DECORATI CON MEDAGLIA D’ORO AL MERITO CIVILE
Don Giuseppe BERTINI
Barbaricina (PI) 01.08.1916 – Quercioli di Massa 10.09.1944
Sacerdote
Ordinato sacerdote nel 1941, due anni dopo è parroco a Molina di Quosa (Pisa) e la canonica diventa punto di riferimento per chi fugge dai nazifascisti. Il 31 agosto 1944 durante un rastrellamento il parroco, per evitare che vengano scoperti alcuni uomini che stava nascondendo, si offre di aiutare i soldati. I nazisti gli fanno trasportare casse di munizioni, poi è incarcerato a Massa nel castello Malaspina. Viene interrogato a lungo ma non ammette mai che i suoi parrocchiani facevano parte della Resistenza. Viene fucilato il 10 settembre.
Ciro SICILIANO
Portici 20.11.1908 – Forno 13.06.1944
Maresciallo dei Carabinieri
Maresciallo dei Carabinieri comandante della stazione di Forno, aveva sposato Anna Pegollo, appartenente ad una famiglia di antifascisti e sorella del partigiano “Naldo”; la coppia aveva due bambini di pochi anni. Il 9 giugno 1944 aveva ben accolto i partigiani che avevano installato il loro comando nella caserma dei carabinieri. Il 13 giugno 1944, quando i tedeschi e i militi della X Mas fanno irruzione nel paese, è in licenza di convalescenza, ma torna a Forno ad intercedere per i suoi uomini e la popolazione civile rastrellata. Accusato di non essersi opposto ai partigiani viene fucilato assieme agli altri.